Vite parallele. Giuseppe Mazzini e Osama Bin Laden

(Armando Ed., Roma, 2005)
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  L’11 settembre 2001 prende forma un conflitto già latente. L’Occidente ha dovuto constatare che il terrorismo è un fenomeno agghiacciante e spietato. Ma quanti hanno provato a ricercare le radici storiche di tale conflitto?

Vite parallele vuole essere una provocazione: può la storia legittimare il terrorismo? Partendo dalle vite di Giuseppe Mazzini e Osama bin Laden, l’autore ricostruisce due contesti storici che, nella loro diversità, hanno generato dei fenomeni “rivoluzionari”.

Un invito al lettore ad ampliare i propri orizzonti storico-culturali per entrare nella prospettiva dell’“altro”. Una proposta per comunicare.

 

(dalla presentazione di Armando Editore)

RECENSIONI

Vite parallele: Mazzini come Bin Laden?

anno 8 – numero 17 del 8 maggio 2005

  Giuseppe Mazzini come Osama Bin Laden? Il paragone senza dubbio provocatorio, come ammette lo stesso Mario Moncada di Monforte, autore di questo “Vite parallele”, potrebbe apparire ad alcuni addirittura insultante, quasi eretico.

Come è possibile, infatti, mettere sullo stesso piano l’eroe del Risorgimento, che spese la sua vita per l’indipendenza della propria patria e che arrivò con lungimiranza a ipotizzare un’Europa unita, con colui che è ritenuto il pericolo pubblico numero uno, l’assassino degli attentati alle Torri gemelle, il terrorista internazionale che mina la pace in Occidente e semina orrore e morte? Impresa ardua e difficilmente sostenibile, ma se si tiene conto di alcune fondamentali differenze, prima fra tutte quella che Mazzini non fu mai artefice di stragi di innocenti, e si analizza l’attualità con quel necessario distacco storico, andando a guardare cosa ha generato il fenomeno bin Laden e considerando le “ragioni” di al Queida, il parallelo appare assai meno discutibile.

E per farlo l’autore ricorre ai due grandi eventi storici, che al principio dei due secoli appena trascorsi hanno determinato e ridisegnato Stati e nazioni, creando nuovi equilibri mondiali: il Congresso di Vienna e la pace di Versailles. In entrambi i casi le potenze vincitrici hanno dato vita a nuovi confini, senza tener conto delle ambizioni e rivendicazioni delle popolazioni che li abitavano.

Da qui le sollevazioni e i moti rivoluzionari dell’ottocento, la nascita della “carboneria” e delle società segrete, la figura di Giuseppe Mazzini, che piaccia o meno all’epoca era considerato un terrorista, e di quei patrioti che giustamente operavano per la liberazione dell’Italia dal giogo austriaco. Da qui le tensioni in Medio Oriente, l’insofferenza dei musulmani ad essere governati da protettorati retti da “infedeli”, il mancato riconoscimento di Stati creati da altri, il rifiuto dell’ingerenza dell’Occidente, l’emergere del terrorismo. Un brillante tentativo di storicizzare il presente non per assolverlo o per giustificarlo, ma per comprenderlo meglio.

di Ottilia Mansour

La via del dialogo è fitta di equivoci

Il Secolo XIX p. 15 – 04 agosto 2005

  […] Purtroppo, la corruzione dei concetti ha raggiunto, nei nostri giorni, livelli tali che assassinio politico, complotto, rivolta armata, terrorismo sono diventati pressoché sinonimi, sicché i morti in divisa e quelli in borghese rientrano tutti ormai nella stessa tragica contabilità.

Non meraviglia pertanto che non si sia fatto attendere chi s’è sentito in dovere di scrivere, novello Plutarco, una vita parallela tra Mazzini e Bin Laden, entrambi terroristi a fin di bene! (Mario Moncada di Monforte, “Vite parallele. Giuseppe Mazzini e Osama bin Laden. Quando la storia legittima il terrorismo”, Ed. Armando).  […]

di Dino Cofrancesco

Vite parallele: Mazzini e Bin Laden

pag. 3 – 9/8/2005 – Tempo libero

  Un libretto oggettivamente provocatorio per la scelta dei personaggi, ma sicuramente di impatto per il tema trattato ovvero il concetto di “terrorismo” nei periodi storici vissuti dai due protagonisti. Da un lato Giuseppe Mazzini e il ruolo delle sue “società segrete” come la “Giovine Italia” e la “Giovine Europa”; dall’altro, la figura di Osama Bin Laden e la “sua”

Al Qaeda. Analogie? Similitudini? Divagazioni culturali sul tema del terrorismo? Può darsi. Di sicuro, un’occasione per riflettere sul ruolo dei due personaggi per capire perchè Mazzini nel suo secolo possa essere stato etichettato come “terrorista” tanto quanto bin Laden oggi. Lo spartiacque è uno solo: l’11 settembre.(Armando Editore)

s.f.  

Osama bin Laden? A qualcuno pare Mazzini

Giugno-Luglio 2005

  Anche con la nuova gestione la casa editrice Armando continua a rendersi benemerita nel campo della pedagogia. Ne fa fede il volume di Mario Moncada di Monforte, Vite parallele. Giuseppe Mazzini e Osama bin Laden. Quando la storia legittima il terrorismo, un testo da adottare nelle nostre scuole per la rara capacità di sintetizzare tutti i luoghi comuni, le banalità, i sofismi di quella political culture terzomondista che sta diventando il «senso comune» degli orfani delle ideologie. Va detto subito che Mazzini non c’entra niente, nonostante la sua figura pensosa compaia in copertina assieme a quella di bin Laden, non bastando qualche ovvia affinità a legittimare una plutarchesca «vita parallela». E del resto «l’attento confronto tra il giuramento dei militanti della Giovine Italia con i contenuti della fatwa posta a fondamento delle iniziative di Al Qaeda» rasenta, talora, il delirio. Valga qualche esempio: «combattete uniti i pagani come loro combattono uniti voi», per Moncada, equivarrebbe al mazziniano «combattere in ogni modo le ineguaglianze tra gli uomini»; «combatteteli fino a che vi sia turbamento e oppressione, e fino a che prevalgano la giustizia e la fede in Dio» farebbe venire alla mente l’impegno a «promuovere con ogni mezzo l’educazione degli italiani alla libertà e alla virtù che la fanno eterna».

In realtà, il volume è un’apologia di bin Laden, presentato come il redentore dei popoli oppressi e umiliati dall’arroganza e dalla rapacità americane. «La storia dimostrerà che le iniziative di bin Laden, degli islamici e dei sopraffatti del mondo, fondate su ragioni politico-nazionalistiche ed economico-culturali non possono essere considerate terrorismo: saranno riqualificate come l’unica legittima possibilità di operare per i popoli impotenti di fronte alla potenza tecnologico-militare occidentale». Per l’autore è terroristico ogni agire scorretto e violento: dai bombardamenti delle città nemiche ai maneggi delle multinazionali, dall’assassinio politico al controspionaggio. «Qualsiasi manifestazione di violenza – scrive bertinottescamente – è sempre da condannare: senza se e senza ma, da qualunque parte provenga» ma «ci sono nella storia degli uomini eventi che stabiliscono valori nuovi, positivi o negativi secondo i punti d’osservazione, che sono pietre miliari della cultura umana, al di là dei costi che possano essere stati pagati. La rivoluzione americana, la rivoluzione francese e la rivoluzione russa hanno imposto valori che riscattano ampiamente le decine o centinaia di migliaia di morti che sono costate: il diritto dei popoli all’autodeterminazione, il diritto alla più piena libertà dell’individuo umano, il diritto alla giustizia sociale per chi lavora».

spazio Che la violenza erogata in quelle rivoluzioni abbia aperto un dibattito che, nel caso della rivoluzione francese, è stato alle origini della forma più matura del liberalismo moderno è sospetto che non sembra sfiorarlo. Ieri il tiranno era l’Europa del trono e dell’altare, oggi è l’America. «L’odio che il mondo esprime verso gli statunitensi è il sentimento più compatto che l’umanità – al di là di razze, di culture e di condizioni economiche – abbia mai espresso in modo così profondo e diffuso». Moncada si aspetta dalla diffusione planetaria del terrore islamico il rinsavimento dell’Occidente. «La violenza ci costringerà» ad aprire gli occhi sulle nostre colpe e sulle buone ragioni di talebani e kamikaze.

Dino Cofrancesco

Mazzini e Osama Bin Laden: il delirio comparativo

domenica 24 luglio 2005

  Osama bin Laden come Giuseppe Mazzini? Al-Qaida come la “Giovine Italia”? L’impero asburgico come la potenza statunitense? A chi risponde no, l’autore ricorda che «in Europa, nel XIX secolo,il compito di frenare le attese politiche e le speranze nazionalistiche era stato svolto dall’Austria con la Russia accanto e l’Inghilterra che trescava nel suo esclusivo interesse. In Medio Oriente, nel XX secolo, lo stesso compito è stato assunto dagli Stati Uniti con l’Inghilterra accanto e la Francia che cerca di trescare in modo autonomo». Si ricordano le origini, lo sviluppo e i momentanei epiloghi dei due, a modo loro, combattenti. Interessante, da rileggere, la dichiarazione di guerra agli Usa di bin Laden (23 agosto 1996), chiamata Dichiarazione di guerra contro gli americani che occupano la terra dei due luoghi santi. Per espellere gli infedeli dalla penisola araba. Interessante il parallelismo tra i giuramenti sacri del califfo e quelli dell’eroe italiano.

spazio Concetti, parole, riferimenti straordinariamente simili. Ma le Towers, la Tube, le stragi? Almeno su questo l’autore fa dei distinguo:«Mazzini non organizzava i suoi tentativi insurrezionali uccidendo e terrorizzando civili inermi. È un fatto inoppugnabile». Però poi aggiunge: «Ma non può essere ignorato di contro l’aspetto fondamentale che caratterizza la violenza nei due diversi secoli».

Ferdinando Crespi

Bin Laden come Mazzini

19 aprile 2005

  L’APPROCCIO all’analisi del terrorismo globale da un punto di vista fazioso è il più sbagliato.

Muovendo da tale premessa, oltre che dall’enunciato dell’immoralità di una condanna della sola eversione anti-occidentale, il più recente saggio di Mario Moncada di Monforte perviene a un inedito raffronto tra la vita e l’opera di Giuseppe Mazzini e quelle del responsabile della strage dell’11 settembre.

Nel volume Vite parallele. Giuseppe Mazzini e Osama bin Laden gli eventi scaturiti dalla sanguinosa strategia del leader di Al Qaeda, rivisti all’interno della vicenda storica dei paesi arabi del ventesimo secolo, vengono messi a con­fronto con la storia europea del secolo precedente, densa dei drammatici avvenimenti sui qua­li il giudizio degli studiosi d’oggi ha ormai superato le considera­zioni morali del tempo in cui accaddero. In tale parallelo l’avventura rivoluzionaria di Mazzini viene assunta come riferimento per comprendere se sia possibile usare un metodo uguale per rileggere le drammatiche vicende mediorientali.

Lucio Forte

PUBBLICAZIONI

Libri e saggi che affrontano temi attuali in modo personale. Le pubblicazioni di Mario Moncada di Monforte analizzano argomenti di forte impatto, mettendo in campo dubbi e domande che trovano risposta nell’intenso percorso professionale e culturale dell’autore.