Su Palermo s’è detto tanto: ne è stata approfondita la storia, che l’incontro di tante culture e di tante genti ha fatto particolare; ne è stato descritto l’immenso patrimonio d’arte; ne sono stati esaminati i problemi sociali, economici e civili.
Spesso chi ne ha scritto non è riuscito a sottrarsi alla nostalgia; non ha saputo o voluto trattenersi dal gettare uno sguardo su Palermo com’era e come avrebbe potuto essere. Non gli si può dare torto: è struggente costatare come sia stara dilapidata tanta ricchezza non solo di storia e d’arte ma soprattutto di speranze umane.
Questo libro è un invito ad amare Palermo.
“L’alba accennava i colori della mia terra […] Un’ansia indefinita ma tenace aveva agitato la mia notte e le prime luci mi avevano chiamato sul ponte della nave che mi portava a Palermo. Guardavo lontano e cercavo di individuare fra le foschie il profilo noto dei colli più cari: mancavo da tempo e, guardando, tentavo di capire le ragioni che avevano potuto convicermi a ritornare.” […]
L’amore per la città è prima di tutto ricerca interiore delle ragioni sentimentali che legano a luoghi che danno emozioni irripetibili altrove ed è riflessione sulle cause del disappunto che questi stessi luoghi suscitano; è rinunzia alla pretesa di avere soluzioni certe per tutti i problemi ed è attenzione per le posizioni altrui; è, infine, ricerca di proposte che tengano conto di tutti i possibili interessi culturali, sociali, storici ed economici di chi guarda alla prospettiva della sua città.
(dall’ introduzione di Kalòs)
RECENSIONI
Palermo, quel che ancora non è
Sabato 8 gennaio 2000
Rabbia, amore e speranza in un libro di riflessioni di Mario Moncada di Monforte
QUELLO CHE si è fatto (tanto rispetto a prima) e quello che si poteva fare (è mancato un progetto di sviluppo di alto livello). E così Palermo, che pur sta meglio degli anni precedenti, non fa quel salto di qualità di cui avrebbe tanto bisogno.
Da qui l’amore, la rabbia e la speranza per «Palermo domani» di Mario Moncada di Monforte, prima emigrato e poi ritornato un po’ perché richiamato dagli affetti della famiglia e dei luoghi di questa città. E con dentro la valigia un bel bagaglio di professionalità da mettere a disposizione della propria terra. Un ritorno chissà quanto proficuo per se e per una città che non lascia tanti spazi a chi ha voglia di fare.
Ora con «Palermo Domani», gradevole volume edito da Kalos, Mario Moncada prova a ragionare sulla città toccando un po’ tutti i temi più importanti che l’attraversano: dal centro storico, al verde, ai servizi, ai mercati tradizionali, alla qualità della vita.. Ragionare su Palermo ormai è qualcosa che somiglia ad una meteora e se qualcuno solo ci prova è già tanto di guadagnato.
Colpisce soprattutto una frase. «La città è stata dilapidata non solo di storia ed arte, ma soprattutto di risorse e speranze umane». Giovani professionisti, «belle teste», che fuggono all’estero per dare il loro contributo forse per sempre negato a Palermo perché quasi sempre si tratta di emigrati che non hanno più voglia di tornare. Le risorse mortificate di uno dei più interessanti centri storici d’Europa che da solo basterebbe a creare un turismo culturale che darebbe tanta ricchezza; il verde della Favorita, che potrebbe essere un vero parco come se ne vedono tanti nelle più grandi capitali europee, ed il mare scuro per gli scarichi delle fogne negato ai cittadini. Per il centro storico si è fatto molto di più che nel passato, dice l’autore del volume, ma bisognava intervenire in modo più massiccio ed articolato. E qui arriva anche una proposta per il su o popolamento ed il suo recupero: esonero totale del pagamento degli oneri di urbanizzazione; esenzione totale decennale dell’Ici e della tassa dei rifiuti.
R.C.