Questo romanzo, che per le riflessioni del protagonista è anche qualcosa di più di un romanzo, è il racconto della vita di Eugenio che narra le vicende del suo tempo e le accompagna con le sue considerazioni, le sue speranze, le sue delusioni.
Lungo la sua vita, da una iniziale, quasi esclusiva, riflessione sulle vicende palermitane e siciliane, i fatti e le esperienze allargano l’attenzione del protagonista agli eventi e alle situazioni dell’Italia, dell’Europa e del Mondo fino a fargli raggiungere un panorama che guarda all’Umanità nel suo insieme.
Eugenio è consapevole dell’insignificanza delle vicende della sua vita di cui limita i ricordi solo a qualche evento più significativo.
La sua attenzione è rivolta soprattutto a quanto accade attorno nel contesto globale nel quale ricerca prospettive che lascino aperto l’orizzonte per quella speranza universale che è nella cultura ricevuta dalla madre.
In conclusione, quanto viene proposto è un tentativo di cogliere, lungo la vita di un protagonista, il senso complessivo degli avvenimenti mondiali nella prospettiva dei rapporti fra le genti, le culture e le economie.
Le osservazioni sono guidate dalla convinzione che, se guardiamo lontano nel tempo e dalla distanza del più grande angolo, la storia umana appare sfumata, se ne perde il fragore e sembra scorrere su due piani.
Il primo, in superficie, visibile a tutti, fatto dagli egoismi individuali e collettivi, dagli scontri d’ogni giorno, dalle efferate violenze, dai cinismi, dal dolore degli uomini.
Il secondo, sommerso e quasi non percettibile nel breve periodo, fatto con le idee universali che sopravvivono e con il patrimonio di cultura che cresce pietra su pietra, realizzato con il senso di solidarietà costruito lentamente dagli uomini fin dai primordi del loro esserci.
Questo senso di solidarietà, come un fiume ”carsico”, affiorando quando possibile fra le violenze, si è espanso pian piano nei millenni dall’individuo al piccolo nucleo familiare, al gruppo sociale, alla comunità culturale e, come dimostra oggi il lavoro delle ong no profit, tende ad espandersi fino alla comunità mondiale.
Nello spaccato storico proposto, il primo livello occupa la più gran parte ma non offre spunti al tentativo di individuare una qualche continuità oltre l’ininterrotto incombere della violenza e degli egoismi velleitari.
Il secondo livello, lentamente ma costantemente cresciuto nei secoli, è quello che, nei fatti, indica il cammino “carsico” della società umana sostenuto da una molteplicità di tendenze collegate ad una tendenza generale che non è stata sempre e solo in avanti, che talvolta è regredita, ma che fino ad oggi fra mille difficoltà si è sempre riavviata.
La storia vera, quella “carsica”, nella prospettiva aperta dal sofferto cammino degli uomini miti, tenderebbe a raggiungere la “terra promessa” indicata dai profeti ebraici: un’ideale pace universale.