Guerra al terrorismo?
Dalle utopie umanistiche al razionalismo tecnologico

(Armando Ed., Roma, 2003)

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  In questo saggio sobri elementi di storia, filosofia, biologia, politica ed economia consentono uno sguardo al mondo a trecentosessanta gradi.

La dimensione della violenza degli avvenimenti dei nostri giorni, e della paura che l’accompagna, ha fatto ritenere all’Autore che non fossero più sufficienti analisi circoscritte agli specifici eventi e che fosse necessaria una riconsiderazione globale della situazione planetaria nelle sue interconnessioni culturali, religiose, politiche, economiche e socio-demografiche.

In questo quadro, è preliminariamente esposto un modo di guardar alla storia umana utilizzando i supporti che biologia, genetica, fisica ed ecologia danno per una sua lettura in senso evoluzionistico, mentre una breve scorsa alle culture del mondo ne ricerca quanto le avvicina più che ciò che le distingue.

Poste queste premesse, l’11 settembre 2001 e i comportamenti successivi sono analizzati con un realismo storico che tenta di rimanere fuori dai cori pregiudizialmente pro o contro gli Stati Uniti: ne risulta una possibile prospettiva che è vista oltre la violenza e la paura che affliggono l’ attuale realtà mondiale.

All’Occidente, responsabile di molti guasti di questa realtà, è affidato il compito di costruire una più accettabile condizione planetaria con la sua scienza, la tecnologia e i suoi veri valori liberali. Non per un mistificante altruismo ma per la sua stessa serenità: la pace nel mondo sarà per tutti o non sarà più per nessuno. E’ necessario che tutti convengano che, per combattere il “terrorismo”, non serve altra violenza ma la disponibilità ad ammettere la fondatezza della dignità e dei bisogni altrui.

 

(dalla presentazione di Armando Editore)

RECENSIONI

No al terrorismo ma senza violenza

13 gennaio 2004

  “Chi guarda ai venti  non  semina,  e  chi  sta  a  guardar  le  nuvole  non  miete  mai”.

 In  epigrafe al più recente volume di Mario Moncada, Guerra al Terrorismo?, questo passo dell’Ecclesiaste traccia il percorso che dovrebbe seguire  l’Occidente per risolvere i guasti che esso ha planetariamente provocato nei secoli. Infatti, la dimensione della violenza degli avvenimenti di questi anni induce l’autore a ritenere  che l’elemento prioritario di approccio sia una riconsiderazione globale del problema. Nelle sue interconnessioni culturali,  religiose, politiche, economiche e socio-demografiche.

È con queste premesse che I’11 settembre – e gli eventi  messi in moto  dalla strage alle Torri gemelle – vengono  analizzati con  un  realismo  storico che  tenta  di rimanere  fuori dei cori pregiudizialmente pro o contro gli Stati Uniti. Insomma, la pace nel mondo sarà per  tutti o non sarà più per nessuno. E  perché ciò  si  verifichi,  avverte Moncada, è assolutamente necessario che tutti convengano sul concetto che per combattere il terrorismo  non c’è bisogno di altra violenza.

Lucio Forte

La pace? Un’utopia possibile, basta solo volerla tutti insieme

Sabato 20 dicembre 2003

  «E’ l’uomo con i suoi valori contrastanti che crea disarmonie nel mondo oppure l’uomo, affidandosi alla razionalità, può superare le contraddizioni che le sue ideologie determinano?» È l’interrogativo che Mario Moncada di Monforte si pone nel suo ultimo libro «Guerra al terrorismo? Dalle utopie umanistiche al razionalismo tecnologico» (Armando Editore, pagg. 317, 20 euro). Ne risulta un’auspicabile visione positiva, laddove, dice Moncada, per risolvere il terrorismo, occorre affidarsi alla tecnologia e alla disponibilità ad ammettere la fondatezza della dignità e dei bisogni altrui.

Guerra al terrorismo? il titolo del suo libro con un punto interrogativo. Perché?

«La guerra non risolve i problemi del mondo. I problemi si risolvono dialogando e mi fa piacere essere sulle stesse posizioni del nostro Papa che dice “la guerra è un atto  criminale”».

Ancora meno crederà nelle guerre preventive………

«Sono un oltraggio al buon senso, al diritto internazionale e una manifestazione di forza che stravolge ogni regola di convivenza nel mondo».

Che effetto le hanno fatto le immagini di Saddam Hussein?

«Mi hanno fatto un’impressione negativa, non tanto per luomo che chiaramente è un vinto, quanto per chi si è permesso di esibirlo scrutandolo come un animale. C’è un oltraggio alla miseria dell’uomo che va oltre ogni limite consentito. Un insulto alla dignità umana».

Qualcuno ha detto che l’11 settembre 2001 ha infranto il sogno americano.

«Ha piuttosto dimostrato come sia difficile vivere in pace ovunque e come alla pace si possa arrivare solo con la collaborazione e la solidarietà di tutti. Oggi   la  pace o è per tutti o non sarà più per nessuno. Chi attenta in modo criminale alla pace è a sua volta vittima di un terrorismo ipocrita che non viene chiamato terrorismo. Ogni giorno muoiono 11 milioni di bambini. Di chi è la responsabilità?  Nel 1492  Cristoforo Colombo è tornato dalle Americhe con le navi cariche d’oro e con la convinzione che bastavano degli specchi per illudere e derubare quei popoli. Distrussero tre meravigliose civiltà: Maya, Atzechi e Incas». E questo comportamento continua.

Il male è l’Occidente?

«Dice Roger Garaudy: “L’Occidente è un accidente». Però il mio libro conclude positivamente perché senza le tecnologie dell’Occidente i problemi del mondo non sono risolvibili. La tecnologia può distribuire benessere per tutti. Può sostituire il petrolio con l’idrogeno. L’Islanda già l’ha fatto. E la maggior parte delle guerre del mondo sono determinate dalla caccia al petrolio e alle risorse minerarie».

di Anna Bizzarri

PUBBLICAZIONI

Libri e saggi che affrontano temi attuali in modo personale. Le pubblicazioni di Mario Moncada di Monforte analizzano argomenti di forte impatto, mettendo in campo dubbi e domande che trovano risposta nell’intenso percorso professionale e culturale dell’autore.